Nice., Fan Fiction Contest #2

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franciu‚
view post Posted on 29/6/2010, 17:45




Titolo: Nice
Rating: NC17 (ma mica tanto poi ahahah.)
Disclaimer: Tutto frutto della mia fantasia. Non conosco Marco e non ci guadagno nulla dallo scrivere su di lui.
Note: Scritta per il contest del forum, con il prompt sorpresa // tatto // cucina // sigaretta // azzurro. Spero vi piaccia e... è leggermente lunga

Nice.

Un ragazzo ed una panchina. Un ragazzo, una panchina e una bella giornata di sole. Seduto sulla panchina c’è Marco, tranquillo, con dei libri ed un quaderno degli appunti sulle gambe. Ha appena disertato l’ennesimo esame universitario, me lo sento. Probabilmente non è stata una buona idea visto che è il settimo esame che salta. Ma è giugno, è estate, chi ha più voglia di studiare? Marco di certo no. Così anziché presentarsi ha preferito sedersi su una bella panchina, nel parco dell’università, davanti ad una fontana, come al suo solito. Solo, immerso nel silenzio più assoluto.

“Altro esame saltato, eh? Ma che ci vieni a fare tu qui? Stai a casa, dormi, fumati una sigaretta. Che ti alzi a fare per venire qui se poi non fai né esami né segui corsi?” gli dico con la mia vocetta, quella stronza e che lui odia.

“Mi piace perdere tempo, Nice.” Si volta e mi guarda, con quegli occhioni da cerbiatto drogato e le ciglia lunghe da drag queen.

“Ti piace perdere tempo… sempre strano tu. Cinque anni che ti conosco, cinque anni che sei strano.”

“Se ti offro un caffè mi salvo dalla paternale?” Si alza, si mette libri e quaderno sotto braccio e mi fa cenno di scendere dalla bici. Scendo e lui inizia a camminare, zitto.

Marco è sempre stato strano, e di questo me n’ero accorta fin da subito, quando cinque anni prima c’eravamo conosciuti al mare. Avevamo fatto amicizia e, per rimanere in contatto, c’eravamo scambiati i vari indirizzi. Lo scorso anno mi ha raggiunta a Roma, dove abito in un minuscolo appartamento di cinquanta metri quadri vista Esselunga. Roba da signori. Lui invece è stato più fortunato, i suoi gli hanno preso un bell’appartamento nella zona buona di Roma, vista Negozi di Lusso. Sta in una mansarda, 95 metri quadri più balcone. A casa sua ci sono stata una volta sola e m’è bastato, ero ubriaca e per poco non ci finisco a letto. Fatto sta comunque, che quando l’ho raccontato a Lorenzo, che era il mio fidanzato, non c’ha creduto e m’ha mollato. Per il brasiliano (si avete letto bene) del bar di fronte casa sua. Son cose che succedono. Ma se becco quello stronzo in strada giuro che lo metto sotto con la bici. Dicevamo?

Cammina Marco, senza dire niente. E’ così lui, o ti piace o non ti piace. E a me piace, oh se mi piace. Mi piace da impazzire. La schiena, il collo, i capelli, le braccia e le mani. E poi il viso, gli occhi e la bocca che, se potessi, morderei e bacerei sempre. Ma questo Marco non lo sa e non lo saprà. Perché io, da stupida che sono, sono convinta di non piacergli. Andiamo, ho venti anni e sono alta uno e cinquantasette. Ho le cosce grosse, le mani piccole e il naso all’insù. Non mi vesto alla moda, mi trucco da cani e i miei capelli, neri con frangetta, sono sempre legati in una coda di cavallo o in uno chignon. Non ho niente, e dico niente, di femminile o che possa farmi assomigliare ad una donna. Per finire l’opera, non ho né culo né tette. Bella vero? Per di più ho un nome da brivido (nel senso che fa schifo) ed è Eunice. Senti come suona? Senti come le lettere scorrono una ad una nella tua bocca e poi escono fuori? Sembra un nome da attrice porno, per questo mi faccio chiamare Nice. Nice, Nice e Nice. Che letto all’inglese è nàis, e significa carino. Peccato, un nome carino per una persona che di carino non ha niente.

Siamo arrivati al bar, poso la bici aspettami gli dico, ma quello non ci sente ed entra. Il solito bastardo, scommetto che anche stavolta toccherà a me pagare. Entro e lo trovo al solito tavolino, seduto sulla solita sedia vicino alla finestra. Mi siedo di fronte a lui e, in silenzio, aspettiamo entrambi che arrivi Carlo per i soliti saluti, come va la famiglia, quando ti sposi, ti porto il solito?

Eccolo infatti, che sia avvicina, con il grembiule sporco di caffè e i capelli arruffati. Ha i riccioli Carlo, riccioli biondi e gli occhiali. Non è né brutto né carino, un tipo normale insomma. Peccato che di fianco a Marco sparisca proprio. E’ possibile che ‘sti due siano davvero cugini?

“Ciao Marchì” gli da una pacca sulla spalla, poi si volta verso di me “Ciao Eunice…”. Mette l’accento, un accento d’odio, sul mio nome pronunciandolo per giunta per intero. Solo perché non gliel’ho data, a sto cretino. Lo guardo male, poi gli sorrido, beffarda.

“Ciao Carlo, a me porti il solito e un cornetto alla crema. Alla signorina invece un caffè e ‘na brioscia vota, che c’ha le cosce grosse.”

Carlo segna sul blocchetto, saluta e va verso il bancone a preparare tutto. Io intanto fulmino Marco con lo sguardo, perché è vero, mi vedo con le cosce grosse ma questo non vuol dire che lui possa decidere per me!

Rimaniamo in silenzio, ah questi eterni silenzi, fino a quando Carlo non torna con la roba. Saluta di nuovo, da la pacchetta di circostanza su una spalla di Marco e va via, di nuovo. Ma lo vedo, da dietro il bancone che mi guarda sottecchi. E io odio essere fissata, soprattutto da un deficiente come lui.

“Nice ma che stai a fa? Ce lo vuoi affogare quel caffè nello zucchero?”

“Ma è solo la seconda bustina, a me fa schifo amaro! Sta fermo!” Mi leva la bustina di zucchero dalle mani e la rimette a posto. Manco fosse mio padre. E poi tutto questo interesse nei confronti della mia “linea”? Che, improvvisamente m’ha dato un occhiata più approfondita? Lo sa come sono fatta, quindi proprio non lo capisco.
Giro il caffè, innervosita. Lui invece, bello tranquillo, addenta il suo super cornetto super pieno di crema. E si sbrodola sul mento, come tutti i bravi bambini di due anni.

“Marco.. c’hai… c’hai…” inizio a ridere, perché a vederlo con quella crema sul mento, mi mette voglia di ridere. Si, so’ strana pure io.

“Che c’ho?”

“La crema sul mento, c’hai la crema sul mento.” Boom, sento le guance prendere fuoco.

“Dove? Dov’è? Non la vedo, ‘ndo sta?”

“Qua, ‘spè fermo che…” mi allungo e lo pulisco, da brava mamma. Marco abbassa lo sguardo, verso la gigante scollatura della canottiera, sul mio minuscolo seno.
Imbarazzata, accartoccio il fazzoletto e torno a sedermi. Finiamo di mangiare, parlicchiando di tanto in tanto, ma senza grande interesse. Poi Marco si alza, mi fa cenno di star seduta, e paga. Mi dice che ha pagato anche per me ma che non mi devo abituare a ste gentilezze, perché è la prima e ultima volta che succede. Lo ringrazio e usciamo. Tempo di recuperare la bici e ci salutiamo, lui deve andare a casa, io devo andare… a non fare un cazzo, vabbè, ma devo andare.

Non faccio in tempo a mettermi sulla bici che lui, con mia grande sorpresa, mi afferra il braccio e mi blocca.

“Che c’è? Che vuoi?” gli dico, un po’ scocciata e un po’ impreparata da questo suo comportamento impulsivo. Di Marco si può dire tutto, tranne che sia impulsivo. E’ lento, dannatamente lento in tutto. Lento nel risponderti ad un messaggio e lento nel decidere quale tipo di mutande indossare, se quelle bianche con l’elastico o quelle senza.

“N’è che… ce verresti a casa mia?”

Lo guardo, perplessa.

“A fa che?”

“A famme compagnia, so’ sempre solo… dai! Te posso pure offrì la merenda, se vuoi.”

Lo fisso, ancora, e sempre più perplessa. Questo ragazzo è un rebus.

“Okay. Okay, fammi passare da casa prima, stamani all’asilo è stata una lotta e so’ tutta sudata, cioè no, vabbè si facciamo che tra tipo due ore arrivo, cioè si dai. “ rispondo confusa, inventando cazzate, perché stamani non era di turno all’asilo, e anche perché sono le undici e mezza quindi è la scusa meno credibile che potessi inventare. Sì, sono nel caos più totale, s’era notato?
Marco inizia a ridacchiare, come se vedermi incasinata, col viso in fiamme lo divertisse.

“Ok senti facciamo così: sei ufficialmente invitata a pranzo a casa mia. All’una e mezza, casa mia. Non un minuto di ritardo. E… non ti è concesso avvertire le tue amichette che hai un appuntamento, come fai di solito! Ahaha.”

“Ma non è vero che faccio così! Cretino!”

Gli tiro una botta e lui mi fa la linguaccia, ancora più divertito. Ci salutiamo, stavolta definitivamente, e ci allontaniamo ognuno verso casa propria. Appena capisco di essere abbastanza lontana da lui, tiro fuori il cellulare e mando un messaggio a Lara, la mia migliore amica.

“Stavolta è la volta buona”

Lei capirà. Arrivo a casa, poso la bici dentro al palazzo e corro su, verso il mio appartamento il più velocemente possibile. Non ho molto tempo e, sì, voglio farmi bella una volta tanto. Voglio essere carina.

All’una esatta mi avvio verso casa sua, ovviamente in bici, perché non ho altri mezzi per muovermi. Arrivo, dopo mezzora di slalom tra macchine e motorini. Suono il campanello, mi apre. Mentre salgo le scale verso quell’enorme appartamento sento il cuore battere a mille. Arrivo davanti alla porta di casa, che è aperta. Entro dicendo “permesso” ma nessuno pare rispondere. Poso borsa e giacchetto su un divanetto e mi addentro in quella casa così misteriosa. Arrivo alla cucina, il tavolo è pronto ma non c’è nessuno. Possibile, dov’è finito?

Improvvisamente qualcosa, o meglio qualcuno, mi fa girare di scatto e… sento delle labbra. Esatto, sento delle labbra sulle mie. Ci metto qualche secondo a realizzare che è marco a baciarmi. Con la lingua, affonda sempre di più. Mi lascio travolgere dal bacio e finisco col culo attaccato al muro della sua cucina. Preme contro di me, lo sento pulsare. Si stacca dalle mie labbra e avvicina la bocca all’orecchio, mordicchiandolo. Poi mi sussurra qualcosa.

“Andiamo… di là…”

Neanche il tempo di rispondere che mi prende in braccio, a mo’ di sposa, e mi porta in camera sua. Le finestre sono aperte, e un leggero vento smuove le tende bianche. Il letto è perfettamente fatto e la luce naturale che entra dalla finestra rende la stanza quasi magica. Probabilmente sono tutte stronzate che la mia mente, davanti alla mia prima volta, produce. Riesco a rendere fiabesco tutto, io.
Mi posa sul letto, con enorme delicatezza. Poi si avvicina nuovamente a me, baciandomi prima le labbra, poi le guance e il collo. Scende sempre più giù con i baci, fino a fermarsi allo scollo della mia camicetta. Inizia ad aprirla, lentamente. Sotto sono pure senza reggiseno, visto che non ne ho bisogno. Mi mordicchio il labbro nervosa. Passa sui miei seni, con le mani, fino a scendere ai miei pantaloncini. Prima che possa anche solo slacciare un bottone, decido di darmi da fare anch’io, così gli sfilo la t-shirt che ha addosso. Poi lo tiro a me, finendo sdraiata sotto di lui. Inizio a baciarlo e con le mani cerco di aprirgli i pantaloni. Ci riesco e lui se li sfila, rimanendo in boxer. Altri baci veloce e Marco mi sfila i miei di pantaloni. Siamo ormai entrambi con la biancheria intima che non ci mette molto a sparire. Mentre lo sento entrare, piano, dentro di me mi tengo stretta alla sua schiena. Spinge fino a quando non lo sento arrivare, ed entrambi raggiungiamo il massimo piacere. Al tatto la sua pelle è così liscia, e morbida. Vorrei non staccarmi mai più da lui.

“E’ banale ma… ti amo” mi dice, prima di stendersi al mio fianco. Poi mi abbraccia sé, con forza, che quasi non riesco a respirare.

“Va bene anche se è banale.” Gli dico, baciandolo sulla bocca. Poi chiudo gli occhi e mi addormento, stanchissima.

Quando li riapro è ancora pomeriggio, perché dalla finestra continua ad entrare luce. Accanto a me Marco dorme beato, sognando chissà cosa. Mi alzo e da terra raccatto la sua maglietta, che indosso. Mi avvicino alla finestra, spalancandone le altre e inspirando più aria possibile. Il cielo è di un azzurro limpido e non ci sono nuvole. Mi sento come libera, e non mi spiego nemmeno io il perché. Mi volto ancora una volta verso Marco, per guardarlo.

“Sei proprio carino tu.” Sussurro prima di tornare a letto, tra le sue braccia.
 
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Pearl~
view post Posted on 29/6/2010, 18:09




CITAZIONE
Per il brasiliano (si avete letto bene) del bar di fronte casa sua. Son cose che succedono. Ma se becco quello stronzo in strada giuro che lo metto sotto con la bici. Dicevamo?

Bwahbwahbwah, povera.

Bellissima, mi piace un sacco. Plava Frà.
Vedi che alla fine hai postato? u.ù
 
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franciu‚
view post Posted on 29/6/2010, 18:33




Graffie <3 Sì, alla fine ho postato, non ci credo nemmeno io ahah x°D
 
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Pearl~
view post Posted on 29/6/2010, 19:19




Manco io X)
Mi piace un casotto, eniuei.
 
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Miss Lullaby
view post Posted on 29/6/2010, 19:22




Brava Franciu che hai postato :yeah2:
Che ti devo dire. Già ti ho detto che l'ho trovata tanto dolce :occhi:
Hai fatto bene a postare oh yes
 
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RubyLove87
view post Posted on 29/6/2010, 19:34




CITAZIONE
Si volta e mi guarda, con quegli occhioni da cerbiatto drogato e le ciglia lunghe da drag queen.

ecco qui ho inziato già vagamente a rotolare xD
CITAZIONE
Per il brasiliano (si avete letto bene) del bar di fronte casa sua. Son cose che succedono. Ma se becco quello stronzo in strada giuro che lo metto sotto con la bici. Dicevamo?

altro principio di rotolamento... xD
CITAZIONE
Lento nel risponderti ad un messaggio e lento nel decidere quale tipo di mutande indossare, se quelle bianche con l’elastico o quelle senza.

*rotola all'infinito*

braffa la mia franciu sta diventando braverrima anche con le het
la scena madre bene brava mi sei piaciuta
 
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franciu‚
view post Posted on 29/6/2010, 19:37




ana tutto merito tuo comunque grazie grazissime <333333
 
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RubyLove87
view post Posted on 29/6/2010, 19:46




CITAZIONE (franciu‚ @ 29/6/2010, 20:37)
ana tutto merito tuo comunque grazie grazissime <333333

ispirata dalle mie fic?? :yeah: mi stimo... :olè: :gelato:
 
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-deeperinside-
view post Posted on 29/6/2010, 20:54




Lunga, ma bella.
Mi piace tantissimo come scrivi.
 
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franciu‚
view post Posted on 29/6/2010, 20:58




CITAZIONE (-deeperinside- @ 29/6/2010, 21:54)
Lunga, ma bella.
Mi piace tantissimo come scrivi.

Mi è venuta lunghissima è vero ahah. Grazie mille! :lov:
 
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-deeperinside-
view post Posted on 29/6/2010, 21:00




A me piacciono le ff lunghe :zizi:
 
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helena‚
view post Posted on 29/6/2010, 21:22




complimenti franciu *O*
 
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franciu‚
view post Posted on 29/6/2010, 22:00




graffie hele *-*
 
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(jersey)
view post Posted on 30/6/2010, 01:10




è banale ma.. mi piace come scrivi.
Il finale è . . bello. Si bello, l'immagine della finestra, dell'aria, del cielo e della libertà . . è proprio carino lui, :zizi:
Brava *-*
 
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franciu‚
view post Posted on 30/6/2010, 10:37




waa grazie *-*
 
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18 replies since 29/6/2010, 17:45   303 views
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