| non dico nulla...hihihi
Capitolo 21
Usciamo dall’acqua, ci prendiamo per mano e ancora nudi ci dirigiamo verso i nostri vestiti. Tremo, ho freddo.
-Vieni qui amore mio-
Mi avvicino a Marco che mi stringe a sé e mi avvolge dentro le sue braccia protettive e calde. Per un momento mi sento in un sogno, come se tutto quello che stessi vivendo fosse solo frutto della mia immaginazione. Finché mi ritorna in mente quello che Marco è riuscito a farmi dimenticare in questo splendido pomeriggio. Il funerale. Il funerale di mio padre. Oggi sarebbe stato il giorno nel quale lo avrebbero sepolto e dove tutta la gente mi avrebbe fatto quelle condoglianze che tanto odiavo. Mi rabbuio e Marco se ne accorge.
-Che ti succede?-
-È che oggi c’è…-
-…il funerale di tuo padre- completa lui.
-Già…-
-Ti accompagno a casa ok? Almeno ti riposi un po’-
-Si…grazie. Tu hai impegni domani, cioè oggi? Questa notte insomma.-
-No, ho disdetto tutto. Non ho nulla. Riprendo i concerti tra una settimana. Ma perché me lo chiedi?-
-Pensavo che…insomma…mi puoi tenere compagnia questa notte?-
-Non aspettavo altro che la tua boccuccia pronunciasse. Certo che rimango con te amore mio e domani verrò anche al funerale-
Lo guardo con gli occhi lucidi. Scoppio a piangere.
-Ehi…-
-No è che, mio papà non doveva morire. Non così presto- dico fra i singhiozzi. -Io lo amavo tanto, sai? Come tutta la mia famiglia. Mia madre e i miei tre fratelli Mattia, Anastasia e Matilde. Io darei la mia vita per loro e rendermi conto che un elemento di questo circolo non c’è più mi deprime. È come se tutto il mondo che ho costruito fino ad ora fosse crollato. Poi papà era un esempio per tutti noi, un uomo perfetto. Però tu sei la mia ancora di salvezza. Senza di te ora sarei uno zombie. Tu mi dai la voglia di vivere amore mio. Tu sei tutto per me, ci conosciamo da pochissimo e abbiamo già fatto l’amore. Ma io credo che tutto questo non conti, perché l’amore se è tale nasce subito, puoi rendertene conto anche troppo tardi a volte, però l’amore si vede subito. E io, mi dispiace per te, ma l’ho già capito. Grazie di esistere amore mio-
“È vero un miracolo è vero, amore sei tu!” la mia canzone preferita di Bindi, meravigliosa. Sento una lacrima sui miei capelli che lui accarezza dolcemente. Gli metto un braccio dietro la schiena e, così, abbracciati ci dirigiamo verso casa, silenziosamente.
Casa mia è buia, nessuna luce accesa. Prendo la borsa e tiro fuori le chiavi con le quali apro prima il cancello e poi la porta. Entriamo e con la luce dei cellulari ci facciamo largo tra il buio che invade tutto. Vedo mia mamma dormire sul divano, è distrutta. Mi sento in colpa, non le sono stata affatto vicina in questi giorni tremendi. Mi sento un’egoista. Le stampo un bacio sulla guancia. Poi prendo Marco, che nel frattempo era andato al bagno, per mano. Lo conduco nelle camere al piano di sopra.
-Puoi aspettare un secondo?-
-Certo…vai tranquilla, hanno bisogno di te.-
Gli stampo un bacio sulle labbra. Apro la porta della camera di Mattia, il più grande, ma sempre più piccolo di me. Ha dodici anni. Anastasia sette e Matilde appena tre. Li trovo tutti e tre seduti sul tappeto dei giochi di Matilde con solo una lampada accesa. Non riesco a capire il loro stato d’animo.
-Vale!- dicono in coro vedendomi. I loro occhi si illuminano.
-Amori! Ma che ci fate svegli a quest’ora di notte? È l’una, lo sapete che è tardi e domani dovete andare a scuola e tu, Mati, all’asilo?-
-Noi non andiamo più a scuola da quattro giorni, mamma non ci accompagna- mi risponde Anastasia. Mi siedo anche io vicino a loro.
-Tu dove se stata queste due settimane? Perché non sei tornata a casa?- ora è Matilde a parlare.
-Tesoro…sono stata all’ospedale, mi sono fatta male e i medici mi hanno dovuto osservare tanto tempo perché avevano paura fosse qualcosa di grave. Ma ora sto bene. Comunque…volete conoscere una persona?-
I loro occhi si illuminano di curiosità. Mi alzo e faccio entrare Marco che poverino si è seduto sulle piastrelle fredde del corridoio.
-Vieni amore- lo invito a entrare.
-Ma lui è della tv!- urla Anastasia indicandolo. La guardo sbalordita, allora la mia sorellina lo conosceva.
-Ha fatto XFactor- dice Mattia che fino ad allora non aveva pronunciato una sillaba. Anastasia salta letteralmente addosso a Marco, bene le piace. Poco dopo anche Matilde fa lo stesso imitando la sorella. Hanno già capito tutto loro due dalla vita. Mattia non fa niente, sta lì seduto come se fosse in un mondo parallelo. Lo chiamo e frastornato si gira verso di me.
-Vieni con me- gli allungo la mano che afferra saldamente.
-Ragazze vi lascio qui con Marco per un po’. Ci sarà da fidarsi?-
Marco mi guarda offeso. Lo bacio velocemente.
-OOOOOO- dicono le mie due sorelline.
-Ma voi siete fidanzati?- chiede la più grande.
Divento rossa di fronte a quella domanda innocente. Marco se ne accorge e sorridendo compiaciuto dice:
-Si! Io e Vale ci vogliamo tanto bene e un giorno ci sposeremo…-
Rimango spiazzata. Cosa aveva detto?
-Ma allora sei il nostro nuovo fratellone!- grida entusiasta Mati.
-In un certo senso…-
-Bene, allora vi lascio qua con questo cretino. Fate le brave, anzi i bravi.-
Chiudo la porta della stanza con la consapevolezza che al mio ritorno Ania e Mati sapranno più cose di Marco di quante ne sappia io. Mattia è dietro me. Ci sediamo sul letto di camera mia. Lui per un momento non fa nulla, poi scoppia a piangere. Sa tutto.
|